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LA Chiesa                  

di «Dives in Misericordia»

progetto dell'architetto  Richard Meier

LA Chiesa                  

di «Dives in Misericordia»

La Parrocchia di « Dives in Misericordia » (Dio Padre Misericordioso), anche detta Chiesa di Tor Tre Teste dal nome della zona di Roma nella quale è ubicata, è un bell’esempio di come l’architettura contemporanea possa cambiare non solo il volto, ma anche la vita di una città o, in questo caso, di un quartiere. La chiesa potrebbe non piacere, ma difficilmente non incuriosisce. A visitarla sono stati in tanti fin dall’inizio, addetti ai lavori, curiosi e turisti. Tor Tre Teste si è così trasformato da anonimo quartiere di periferia in meta turistica, sotto gli occhi un po’ stupiti e orgogliosi dei parrocchiani.

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Oggi, arrivati nel quartiere, non potrete non notare le tre vele che svettano, bianchissime, dando forma alla chiesa circondata a sinistra da palazzoni e capanni industriali, a destra da campi.La pianta dell'edificio nasce da uno schema compositivo di cerchi e quadrati ripetuti e intrecciati. La chiesa è definita su un lato dalla serie di tre vele e sull'altro dalla parete che la separa dal corpo del centro parrocchiale, molto grande, con un giardino e sale per riunioni e catechismo. Solo le pareti laterali sono solide, piene; la facciata, il “tetto” e i fronti sono solo vetrate che rendono immediato e primario il contatto con l’azzurro del cielo, con le nuvole e con la luce del sole (opportunamente filtrata dai cristalli speciali). L’idea è di trasparenza totale.Il campanile, come nella più consueta delle tradizioni, è posto a lato dell’entrata, ma ridotto all’essenziale: una quinta murale con un “taglio” per accogliere una fila verticale di 5 campane in bronzo di grandezza decrescente, nude e allegre contro il cielo.

 

L'interno dà un senso di ambiente aperto; ritroviamo il candore e la trasparenza come elementi dominanti, in un’atmosfera di sobrio e asimmetrico rigore. Le nuvole catturate dai tetti di vetro, il bianco smagliante delle pareti nude, nessuna immagine sacra esposta, rendono la chiesa sensibile al tempo naturale che le scorre attorno e straordinariamente luminosa. E’ quasi totalmente assente il gioco di ombre e luce che ha caratterizzato gli edifici sacri nella storia. L’unica eccezione è la strambatura prospettica sopra il presbiterio, con un’apertura esterna verso il cielo, che gioca con le ombre e avvolge con luce naturale il crocifisso ligneo del Seicento, catturando lo sguardo dei visitatori. Altare, fonte battesimale e acquasantiere a disegno geometrico essenziale e privi di qualsiasi decoro, sono realizzate in blocchi lapidei di travertino «bianco sporco», stesso materiale usato per il pavimento, un omaggio alla tradizione romana. In legno chiaro di ciliegio il matroneo e i banchi. Sul lato sinistro della chiesa i confessionali, una struttura modernissima: piccole cabine schermate da una griglia il legno con una porta, che sostituiscono l’antico inginocchiatoio e la grata che divideva l’uomo dal sacerdote. L'organo è collocato su una balconata, all’interno di un grande riquadro sopra all’ingresso, che si pone quasi come contraltare dell'elemento che inquadra il crocifisso.

http://www.viacolvento.eu/turismo-architettonico/roma/chiesa-tor-tre-teste-richard-meier

Curiosità:

La chiesa di Tor Tre Teste appare nel film "Notturno Bus" di Davide Marengo (2007). Dopo 1h18' si svolge una scena della durata di quasi un minuto nella quale la chiesa fa da sfondo a un dialogo tra i protagonisti Valerio Mastandrea e Giovanna Mezzogiorno.

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